Le Scoperte
Il relitto di Porto Palo di Menfi

La storia delle indagini del relitto di Porto Palo a Menfi  ebbe inizio nel 1997, quando una forte concentrazione di frammenti ceramici situati a circa 80 metri dalla riva su un fondale misto di sabbia e roccia tra i 2,5 e i 4 m di profondità veniva segnalata dal Centro subacqueo “La Tartaruga” al professore Gianfranco Purpura .Una successiva ricognizione ha reso necessario procedere al rilevamento ed al recupero d'urgenza di sei anfore emergenti da un fondale misto di rocce e sabbia facenti parte di un carico navale, che poi si sarebbe rivelato omogeneo, costituito in prevalenza da anfore del tipo Dressel 1A, puniche del tipo  Ramon T- 7.5.1.1. e Ramon T- 7.5.2.2. (le vecchie Mana C). Diverse sono state le campagne di scavo succedutesi dal 1997 al 2002, indagini avviate dallo SCRASS (Servizio Coordinamento Ricerche Archeologiche Sottomarine Sicilia) in collaborazione con la Soprintendenza di Agrigento e con Marenostrum di Archeoclub d’Italia, per poi riprendere nel 2007 con la Soprintendenza del Mare. Il sito si è rivelato un vasto giacimento unitario, relativo al naufragio di una nave oneraria romana. Nella composizione del carico è degna di nota l'associazione tra anfore romane e puniche.

I primi contenitori recuperati infatti, anche se di tipi leggermente diversi (Dressel 1A, B e C, Lamboglia 2 e "Brindisine"), sono ben databili (130-80 a.C.) e consentono di precisare meglio la cronologia dei secondi. Queste anfore che costituiscono la parte dominante dell’intero carico, sono state recuperate avvalendosi dell’assistenza dei sommozzatori del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza. Si caratterizzano per aver conservato al loro interno una discreta quantità del contenuto ossia residui di lische e di vertebre di tonnetti componenti del cosiddetto garum, una salsa-condimento a base di pesce molto utilizzato nell’antichità.

Durante le indagini del 2002, nell’ultima fase di scavi prima dell’intervento della Soprintendenza del Mare, sono state individuate consistenti porzioni lignee sicuramente relative allo scafo, tra cui un probabile paramezzale con un segno inciso e pezzi di fasciame.  Interessante è anche l’identificazione di numerose pietre informi ad alto contenuto bituminoso che potevano far parte del carico misto dell’imbarcazione naufragata. La presenza di tracce di rivestimento bituminoso in tutti i pezzi recuperati insieme alla presenza di contenuto ittico denota un uso improprio oppure un riuso delle anfore per il trasporto di un garum di scarsa qualità.

Nei mesi di agosto e settembre 2007 la Soprintendenza del Mare in collaborazione con il nucleo subacqueo della Guardia di Finanza ha effettuato la quarta campagna di indagini archeologiche sul relitto di Porto Palo, durante la quale è stata effettuata la catalogazione dei reperti sino ad allora recuperati. Ad oggi l’ultimo intervento sul sito risale al giugno 2009, durante il quale sono venuti alla luce ulteriori frammenti anforici pertinenti al carico.